AL MUSEO DI ARTE MODERNA DI STRASBURGO, FINO AL PROSSIMO 7 NOVEMBRE, LA MOSTRA “CIRCUITS COURTS” OFFRE AGLI AMATORI D’ARTE L’OCCASIONE DI SCOPRIRE TUTTA LA RICCHEZZA DELLA CREAZIONE ARTISTICA CONTEMPORANEA, IN ALSAZIA... E OLTRE.
All’entrata del museo di arte moderna la bacheca offerta al pubblico per esprimersi si riempie ininterrottamente. È stata già stata ridipinta due volte dalla riapertura del luogo e i visitatori continuano a esprimervi quanto il museo e la cultura sia mancata loro durante la crisi sanitaria. La mostra “Circuits Courts” è un po’ un tributo a questo anno fuori dal comune, un anno durante il quale il museo si è impegnato a sostenere gli artisti, continuando ad adottare una politica di acquisizione dinamica, l’apoteosi di 10 anni di collezioni e di mecenatismo. Mali Arun, Léà Barbazanges, Guillaume Barth, Valérie Graftieaux, Aurélie de Heinzelin, Silvi Simon, Gretel Weyer: il fondo di sostegno creato dall’Eurometropoli di Strasburgo ha permesso a questi artisti finora poco rappresentati in collezioni pubbliche di integrare quella del MAMCS. Allo stesso tempo questo ha permesso di offrire al pubblico un’occasione preziosa di provare il brivido di contemplare opere ancora mai esposte.
OPERE LEGATE A STRASBURGO E ALLA SUA REGIONE
Gli 800 m2 dedicati a queste opere non sono troppi per valorizzare i 42 artisti, donne e uomini, tra i 30 e i 70 anni, che hanno colpito l’attenzione dei conservatori del MAMCS nel corso dell’ultimo decennio. Nonostante la diversità (voluta) che le caratterizza, queste opere sono accomunate dal loro legame, espresso sotto svariate forme, con Strasburgo e la sua regione. Alcuni di questi artisti sono locali e vivono o hanno vissuto in questa zona, altri si sono formati presso la Haute Ecole des Arts du Rhin. Altre opere ancora provengono da doni offerti da collezionisti della regione: gli artisti interessati potrebbero anche non avere mai messo piede in Alsazia ma sono pur sempre rappresentativi, ciascuno a suo modo, di una certa sensibilità regionale. Altre opere, infine, sono state acquisite sul mercato regionale dell’arte, in occasione di fiere contemporanee come il salone St-art, o presso gallerie di Strasburgo e Alsaziane. Insomma, non è necessario andare a Parigi per deliziare gli occhi.
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NELL’INTIMITÀ DEGLI ARTISTI
All’entrata della prima sala l’eterogeneità delle opere interroga, sollecita, apre le porte dell'immaginazione. Qual’è il filo conduttore che accomuna le foto di fanoni di balena di Fernande Petitdemange, lo specchio di Ettore Sottsass, le ceramiche di Gretel Weyer, i quadri a 4 mani di Anne Loubet, la carta da parati di Lisa Sartoria o gli stencil di François Génot? Piuttosto che cercare un tema comune che unisca queste opere la curatrice della mostra e direttrice del MAMCS, Estelle Pietrzyk, ha deciso di lasciarle dialogare tra di loro e di invitare artisti e collezionisti a partecipare a questa mediazione.
Piuttosto che classici pannelli apposti vicino alle pitture e alle sculture per presentarne l’autore o dare un’interpretazione esperta della sua opera, si è deciso di dare la priorità ad altre referenze: foto di interni che danno sull'intimità dei collezionisti, elementi fondatori del lavoro dell’artista (opere d’arte, lavori, copertine di dischi, paesaggi ed oggetti), ricordi e riflessioni. Queste referenze permettono di evocare la vita delle opere e invitano il pubblico a stabilire un rapporto di vicinanza con i loro creatori o donatori, che hanno accettato in tal modo di raccontarsi, come un contadino racconterebbe la sua terra a colui che viene a comprargli i suoi prodotti.
“ Questa mostra non è fatta per essere erudita, non è una dimostrazione d’arte. Il suo obiettivo è piuttosto quello di offrire al visitatore la possibilità di trascorrere un momento privilegiato con ogni artista. La pluralità che la caratterizza permetterà anche a coloro che affermano di non amare l’arte contemporanea di trovarvi un certo interesse. L'obiettivo è di sensibilizzare nuovi tipi di pubblico all’arte contemporanea. Questo implica la necessità di evitare i dogmatismi e di accettare tutti i punti di vista”, afferma Estelle Pietrzyk.
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NATURA, NARRAZIONE, ASTRAZIONE: 3 “VALORI SOLIDI” DEL TERRITORIO
Il 60% delle opere esposte nell’ambito di “Curcuits Courts” sono arrivate nelle collezioni del MAMCS tramite donazioni o azioni di mecenatismo. Questo è un fenomeno lontano dagli stereotipi, che richiede molto lavoro al personale del museo. “Riceviamo molte proposte ma accettiamo solo una piccola quantità delle opere offerte, in quanto conservarle senza l’ottica di poterle esporre in futuro non serve a nulla”, afferma la direttrice.
Alcuni temi fondamentali tornano spesso, come la questione del rapporto con la natura, che si riflette da molto tempo nel lavoro degli artisti. Dai paesaggi di Yannick Demmerle (alias Jan Raymond Faust) fino ai boccali del museo di zoologia, fotografati a 360° da Patrick Bailly-Maître-Grand, la Natura viene analizzata artisticamente su tutti i piani, invitandoci a contemplare l’ambiente che ci circonda con occhi nuovi. Il gusto della narrazione è anch’esso molto presente: quello delle vite raffigurate di Françoise Saur, come un melanconico mercatino di cianfrusaglie, o quello, altrettanto poetico, delle calligrafie del defunto Jean-Marie Krauth, discretamente disseminate nella sala del museo. L'ultimo tema ricorrente è quello dell’importanza dell’astrazione, rappresentata da due donne eccezionali, Aurélie Nemours e Geneviève Asse, come per voler mantenere il filo conduttore del percorso estetico tracciato fin dalle origini dalle collezioni moderne del museo.
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UN’ESPERIENZA ARTISTICA SENZA INTERMEDIARI
Estelle Pietrzyk, dopo mesi trascorsi a vivere rapporti sociali virtuali e relazioni digitali, si era fissata un obiettivo: rendere questa mostra vivente, senza fare ricorso a nessun intermediario. Una sfida affrontata con successo: “Circuits Cours” presenta infatti solo due video, di cui un’opera di realtà virtuale, distante da qualsiasi idea di schermo. Mutatis, di Mali Arun, invita lo spettatore ad effettuare un’immersione notturna nella grande serra del giardino botanico, per esplorarvi le credenze, i riti e i miti dell’essere umano. Per la prima volta al MAMCS.
“Circuits courts – Artisti e mecenati del territorio: un decennio di acquisizioni d’arte contemporanea”, al Museo di arte moderna e contemporanea di Strasburgo. Mostra visibile tutti i giorni (tranne il lunedì) fino al 7 novembre 2021.
Visita guidata su iscrizione il 17 ottobre alle 14:30. Estelle Pietrzyk, direttrice e conservatrice del museo, parlerà di dieci anni di acquisizioni del MAMCS nell’ambito dell’arte contemporanea.
Il 3 novembre 2021 alle 18:30 è prevista la proiezione di “Paradisus” e di “La maison”, due opere di Mali Arun, presso l’auditorium del museo.
Visita guidata di chiusura della mostra, il 7 novembre alle 14:30.
Autrice: Nathalie Stey
Chi è l’autrice?
Nathalie Stey è una giornalista indipendente innamorata dell’Alsazia, che ha fatto vivere per 20 anni una rivista professionale dedicata al trasporto fluviale, con sede a Strasburgo. In seguito ha ampliato il suo spettro d’azione e, oggigiorno, è la corrispondente della regione per i giornali Le Monde e Le Mensuel éco Grand Est, pur sempre rimanendo fedele al settore delle idrovie, che ama far scoprire al grande pubblico.